La vera emergenza in Italia sono i 25-34enni. Quella é la vera, drammatica, insopportabile «disoccupazione giovanile».
Non per le statistiche, ma per chiunque viva e osservi il mercato del
lavoro italiano. Il disastro sono i milioni di 25-34enni disoccupati
(cioè che hanno perso il lavoro e ne stanno cercando un altro),
inoccupati (che non ne hanno mai avuto uno) o addirittura neet (che sono
rassegnati e non lo cercano).
Su questa fascia di età vanno concentrati tutti gli sforzi. Sono i 25-34enni il futuro prossimo dell'Italia. Io li chiamo "giovani anzianotti",
perchè non sono più giovanissimi ma nella cultura italiana vengono
considerati e sopratutto trattati - sia da famiglie iperprotettive sia
da datori di lavoro irresponsabili - come tali: sono loro che vanno aiutati a trovare un lavoro, agevolando le aziende ad assumerli.
Sono loro che non hanno più l'età per vivere con i genitori e
mantenersi grazie alla mancetta dei nonni. Sono loro che devono essere
valorizzati, dopo tutto quello che hanno studiato: e pagati con stipendi
decenti, in modo da poter uscire di casa, farsi un proprio nucleo,
magari mettere su famiglia. Perché per fare figli non si può aspettare,
come fanno le donne italiane, di essere vicine alla quarantina: lungi
dall'essere un problema "privato", quello delle primipare attempate è
invece un dramma che ha effetti sulla demografia e in ultima analisi
sull'intera società italiana, sempre più povera di bambini e dunque
sempre meno attrezzata per sostenere, tra trenta-quarant'anni, il peso
del welfare per le pensioni.
Eleonora Voltolina in
La Repubblica degli stagisti
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