Qui di seguito riporto
l’intervista-racconto del musicista Massimo Ferin che ha accompagnato con
grande empatia alcune date di Io ti vedo, nel buio della precarietà. Qui di
seguito si racconta per il blog www.disoccupazionecreativa.blogspot.com.
Come dice Massimo il blog potrebbe essere una buona risorsa sperando poi che le
persone non si soffermino alle prime righe, ma vadano più in profondità e riescano
a leggere fino alla fine. Ringrazio Massimo per la collaborazione e per il suo
racconto che andrà ad arricchire di sicuro la nostra bacheca di
racconti/intervista. Evviva i “creattivi”!! Grazie Massimo Ferin.
“Ho un’occupazione da tantissimi
anni nell’ambito della lavorazione del marmo.
La lavorazione del marmo è
per me un esercizio creativo continuo,
anche semplicemente quando si tratta di tagliare dei pezzi in serie,
lucidarne delle parti specifiche, fare delle sagomature, ecc..., cose che
ripeto continuamente da moltissimi anni, ma in ogni commissione, sia essa una
scala, una cucina, una lapide, un bagno, un vaso, serve sempre una
predisposizione “creativa” per far sì che per prima cosa vi sia un maggiore
controllo e una costante presenza di attenzioni non solo per la propria
sicurezza, ma proprio per la buona riuscita del lavoro che si sta svolgendo e
questo, secondo me, rispecchia una delle principali caratteristiche
della creatività, e cioè la “presenza”, l’esserci, in modo vigile anche se la
mente di solito se ne va altrove soprattutto in lavori ripetitivi.
Quello che voglio dire è che
nonostante sia un lavoro per così dire “normale”, lascia sempre spazio a
soluzioni creative, anche quando si tratta di risolvere qualche intoppo durante
la lavorazione, che allora si deve con un buon intuito, saper cogliere la
migliore soluzione per la buona riuscita del lavoro svolto. Ho potuto notare in
tanti anni come nell’ ambito dei lavori artigianali ci sia un enorme spazio per
allenare il proprio istinto creativo, proprio perché spesso e volentieri
diventa una necessità, trasformandosi così in una crescita.
Mi piace molto il mio lavoro, mi
piacerebbe entrare in un azienda dove ci fosse spazio per lavori più vicini
alla scultura, questo è l'aspetto che cambierei del mio lavoro.
Il lavoro che faccio non è la mia
principale passione, anche se nel lavoro comunque ne metto parecchia, la mia
grande passione è la musica, sono prima di tutto un chitarrista, ma sono molto
legato al ritmo, a questa grandissima energia matematica che condiziona e
risolve un sacco di situazioni.
Questa grande passione della
musica non è il mio lavoro, non riesco ancora a viverlo come un lavoro, non
riesco a barattare una prestazione musicale con del denaro, è sempre stato il
mio difetto, o se per alcuni è un pregio, mi riesce così difficile dover in qualche modo assecondare delle richieste
che non siano in quel momento quello che ho semplicemente voglia di fare con la
mia sensazione musicale, anche se credo che facendo il musicista di professione
di sicuro sentirei molto meno il peso di tanto lavoro a livello fisico.
Se dovessi descrivermi in 5
aggettivi direi: creativo, analista, solare, lunatico ed emotivo.
La parola creatività per me è una
compagna costante della mia crescita, fosse per me la trasformerei in
“creattività”, renderebbe meglio il significato di creare attraverso un'azione, creare è cogliere dal campo quantico una possibilità, creare è sentire
che c'è qualcosa da portare al di qua, nel mondo reale, creare è l’ascolto di
tanti elementi, creare è prima di tutto il coraggio di un’azione che può
trasformarsi in qualcosa di meraviglioso.
Penso che il blog sia comunque
una finestra aperta sul mondo, è come essere in una strada di passaggio e
lasciar che la gente guardi dentro casa tua, e sei tu a voler accogliere la
curiosità altrui, per offrire quello che hai e che sei. Ben vengano queste
iniziative, anche se credo che in questo tempo di “tweet” e “post” la gente non si soffermi più a
leggere oltre le dieci righe.
Il mio sogno creativo è quello di
trovare più persone affini alla mia grande passione che è appunto
l’improvvisazione musicale, ovvero creatività in tempo reale, qualcosa che si
possa però fare con persone predisposte, non necessariamente musicisti. La
predisposizione è l’entrare in una possibilità data da un campo vibrazionale
riconoscendo che ognuno possa condizionare e interagire con lo stesso e quindi
sperimentarne gli effetti. Insomma mi piacerebbe fare musica creativolistica se
si potesse dire così”.
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