venerdì 4 settembre 2015

Intervista ad un altro musicista del tour di Io ti vedo: Massimo Ferin

Qui di seguito riporto l’intervista-racconto del musicista Massimo Ferin che ha accompagnato con grande empatia alcune date di Io ti vedo, nel buio della precarietà. Qui di seguito si racconta per il blog www.disoccupazionecreativa.blogspot.com. Come dice Massimo il blog potrebbe essere una buona risorsa sperando poi che le persone non si soffermino alle prime righe, ma vadano più in profondità e riescano a leggere fino alla fine. Ringrazio Massimo per la collaborazione e per il suo racconto che andrà ad arricchire di sicuro la nostra bacheca di racconti/intervista. Evviva i “creattivi”!! Grazie Massimo Ferin.

“Ho un’occupazione da tantissimi anni nell’ambito della lavorazione del marmo.
La lavorazione del marmo è per  me un esercizio creativo continuo, anche semplicemente quando si tratta di tagliare dei pezzi in serie, lucidarne delle parti specifiche, fare delle sagomature, ecc..., cose che ripeto continuamente da moltissimi anni, ma in ogni commissione, sia essa una scala, una cucina, una lapide, un bagno, un vaso, serve sempre una predisposizione “creativa” per far sì che per prima cosa vi sia un maggiore controllo e una costante presenza di attenzioni non solo per la propria sicurezza, ma proprio per la buona riuscita del lavoro che si sta svolgendo e questo,  secondo me,  rispecchia una delle principali caratteristiche della creatività, e cioè la “presenza”, l’esserci, in modo vigile anche se la mente di solito se ne va altrove soprattutto in lavori ripetitivi.
Quello che voglio dire è che nonostante sia un lavoro per così dire “normale”, lascia sempre spazio a soluzioni creative, anche quando si tratta di risolvere qualche intoppo durante la lavorazione, che allora si deve con un buon intuito, saper cogliere la migliore soluzione per la buona riuscita del lavoro svolto. Ho potuto notare in tanti anni come nell’ ambito dei lavori artigianali ci sia un enorme spazio per allenare il proprio istinto creativo, proprio perché spesso e volentieri diventa una necessità, trasformandosi così in una crescita.
Mi piace molto il mio lavoro, mi piacerebbe entrare in un azienda dove ci fosse spazio per lavori più vicini alla scultura, questo è l'aspetto che cambierei del mio lavoro.
Il lavoro che faccio non è la mia principale passione, anche se nel lavoro comunque ne metto parecchia, la mia grande passione è la musica, sono prima di tutto un chitarrista, ma sono molto legato al ritmo, a questa grandissima energia matematica che condiziona e risolve un sacco di situazioni.
Questa grande passione della musica non è il mio lavoro, non riesco ancora a viverlo come un lavoro, non riesco a barattare una prestazione musicale con del denaro, è sempre stato il mio difetto, o se per alcuni è un pregio, mi riesce così difficile dover  in qualche modo assecondare delle richieste che non siano in quel momento quello che ho semplicemente voglia di fare con la mia sensazione musicale, anche se credo che facendo il musicista di professione di sicuro sentirei molto meno il peso di tanto lavoro a livello fisico.
Se dovessi descrivermi in 5 aggettivi direi: creativo, analista, solare, lunatico ed emotivo.
La parola creatività per me è una compagna costante della mia crescita, fosse per me la trasformerei in “creattività”, renderebbe meglio il significato di creare attraverso un'azione, creare è cogliere dal campo quantico una possibilità, creare è sentire che c'è qualcosa da portare al di qua, nel mondo reale, creare è l’ascolto di tanti elementi, creare è prima di tutto il coraggio di un’azione che può trasformarsi in qualcosa di meraviglioso.
Penso che il blog sia comunque una finestra aperta sul mondo, è come essere in una strada di passaggio e lasciar che la gente guardi dentro casa tua, e sei tu a voler accogliere la curiosità altrui, per offrire quello che hai e che sei. Ben vengano queste iniziative, anche se credo che in questo tempo di “tweet” e “post” la gente non si soffermi più a leggere oltre le dieci righe.

Il mio sogno creativo è quello di trovare più persone affini alla mia grande passione che è appunto l’improvvisazione musicale, ovvero creatività in tempo reale, qualcosa che si possa però fare con persone predisposte, non necessariamente musicisti. La predisposizione è l’entrare in una possibilità data da un campo vibrazionale riconoscendo che ognuno possa condizionare e interagire con lo stesso e quindi sperimentarne gli effetti. Insomma mi piacerebbe fare musica creativolistica se si potesse dire così”.

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